- Antonio Iodice
Per un nuovo inizio
Prezzo di listino
€15,00 EUR
Prezzo di listino
Prezzo di vendita
€15,00 EUR
Prezzo unitario
per
Per acquisti dall'estero si prega di scrivere a editrice.apes@istitutospiov.it specificando il titolo del libro e l'indirizzo: risponderemo con i costi se la spedizione fosse possibile.
Circa un anno e mezzo fa, in altra sede, proponemmo alcune riflessioni sulle tappe attuali del percorso europeo, in una sorta di anticipazione delle tematiche compiutamente sviluppate nel presente volume. Osservando a ritroso quel lavoro, non possiamo fare a meno di notare come i motivi di preoccupazione, rispetto allo status quo continentale, fossero fondati: se Germania e Francia ancora riescono (ma per quanto?) ad arginare le spinte populiste, la Brexit britannica ha rappresentato un “colpo a tradimento” per l’Unione Europea e anche la sconfitta referendaria del governo Renzi, in Italia, è stata letta come un severo messaggio a Bruxelles. Né la crisi economica – che pare ormai strutturale, più che congiunturale – aiuta a pensare ad auspici migliori, rinfocolando, di contro, i velenosi suggerimenti di coloro che giudicano l’Euro come l’origine di ogni disgrazia. Il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma fornisce l’occasione per un sereno e ponderato giudizio sullo stato di salute dell’Unione, partendo inevitabilmente proprio da quella stagione – per molti versi irripetibile – che produsse gli accordi siglati nel nostro Paese e che spesso viene riecheggiata, con un ricordo che progressivamente sembra cedere il passo al rimpianto. Era un’epoca molto diversa rispetto a quella attuale, sotto una molteplicità di punti di vista: si prenda il profilo delle relazioni internazionali,che nel 1957 erano ingessate nel rigidissimo sistema bipolare imperniato sul potere assoluto e virtualmente incontrastato delle due superpotenze – Usa e Urss – in grado di condizionare direttamente o indirettamente le scelte e i comportamenti dei vari Paesi europei allineati nei rispettivi Blocchi. Pari diversità, rispetto ai giorni nostri, era riscontrabile nella percezione, da parte sia dei governanti sia dei governati, del significato profondo dell’originario progetto di integrazione europea, inteso tanto come speranza di crescita e di sviluppo economico, quanto – soprattutto – come consapevole e progressivo impegno politico e culturale per la realizzazione di un’Europa unita, fondata su libertà, pace, solidarietà, giustizia e diritti umani, senza alcuna discriminazione o prevaricazione. Si trattava di un sogno già balenato alla fine della I Guerra Mondiale, fondato sulle comuni radici dell’umanesimo, del pensiero ...